L’immigrazione, il lavoro e la partecipazione sono stati alcuni dei temi al centro di due giorni di dibattiti, confronti e analisi, dal titolo “Le piazze della democrazia”, iniziativa promossa a Paternò e Catania dal “Consorzio Umana Solidarietà” in collaborazione con l’Arcidiocesi di Castania, l’associazione Lavoratori stranieri del Movimento cristiano lavoratori, Ancos-Unci e Mcl Sicilia. Paolo Ragusa, presidente Als Mcl e Ancos Unci: «Facciamo un grande lavoro di accoglienza, di integrazione, per costruire la pace, così come chiedeva Papa Francesco. Gli operatori che lavorano con noi, non ci sono dubbi, sono operatori di pace»

Una due giorni conclusasi con la consapevolezza che bisogna prima sentirsi e poi dimostrare di sapere essere comunità per riuscire a trovare le risposte giuste alle emergenze sociali innanzi alle quali ci pone la società oggi. Un’occasione importante, Le piazze della democrazia, iniziativa promossa dal Consorzio Umana Solidarietà con l’assessorato della Famiglia, delle Politiche sociali e del Lavoro della Regione Siciliana, i Comuni di Catania e di Paternò nei quali si è svolto l’evento, in collaborazione con l’Arcidiocesi del Comune etneo, l’associazione Lavoratori stranieri del Movimento cristiano lavoratori, Ancos-Unci e Mcl Sicilia.
Un programma ricco intanto per i temi trattati, “Lavoro, stranieri e democrazia”, quello della prima giornata di lavori, alla quale hanno portato il loro contributo rappresentanti istituzionali, operatori sociali del Terzo Settore e di associazioni dal respiro nazionale, ma anche e soprattutto le testimonianze dirette di chi, all’interno dei più diversi contesti sociali e lavorativi, vive la propria fragilità come un ostacolo all’avere e mantenere una vita piena di soddisfazioni, quindi degna di essere vissuta. Accanto a questi ultimi realtà come quelle che hanno promosso la manifestazione, dimostrando che, solo prendendosi veramente cura degli altri in maniera sinergica, si innesca la forza di quella rete che pensa e crea comunità nuove.
«L’idea da cui siamo partiti», afferma Paolo Ragusa, presidente di Als Mcl e Ancos-Unci, «è stata quella di proporre una narrazione positiva di alcuni fenomeni sociali, che a volte vengono resi in modo caricaturale e ideologico. Siamo partiti da Paternò perché è una città laboriosa, ma anche uno dei luoghi simbolo dello sfruttamento e del caporalato, quindi il posto giusto per testimoniare l’impegno a tutela dei diritti dei lavoratori e di tutte le persone. Da questo punto di osservazione, quindi, abbiamo rilanciato al Governo del nostro Paese due proposte. La prima è quella di guardare a quei lavoratori stranieri che spesso sono scivolati nella clandestinità incolpevolmente, magari a causa di difficoltà oggettive o burocratiche, anche in presenza di una proposta un lavoro regolare. Noi chiediamo di riconoscere un regolare permesso di soggiorno a chi è in grado di documentare l’effettiva e regolare proposta di lavoro. Non una proposta ideologica, ma di buon senso, per liberare i lavoratori stranieri dalla schiavitù del bisogno e aiutare le imprese a regolarizzare i rapporti di lavoro. In questi due giorni abbiamo portato avanti un grande lavoro di accoglienza, di integrazione, così come del resto facciamo ogni giorno per costruire la pace. Un invito che faceva Papa Francesco. I nostri operatori hanno dimostrato di essere operatori di pace».

I corridoi lavorativi lo strumento per formare le persone nel Paese di origine
«La seconda proposta», aggiunge Ragusa, «riguarda i corridoi lavorativi, uno strumento fondamentale che permette di formare le persone nel paese di origine, conseguire titoli e, quindi, arrivare in Italia per rispondere a esigenze concrete, considerandole nelle risorse che in effetti sono. Da questo punto di vista, l’Istat ci dice che stiamo vivendo un profondo inverno demografico, invece sappiamo che gli immigrati regolarmente soggiornanti in Italia sono mediamente più giovani, hanno un tasso di natalità più alto, realizzano grazie al loro lavoro circa il 9% del nostro Pil e contribuiscono a pagare le nostre pensioni, versando il 6,4% dei contributi Inps e ricevendo in cambio lo 0,8%».
Al centro di questo percorso la necessità di reale democrazia
«La democrazia, tema al cuore di questa due giorni», ha sottolineato a chiusura della prima giornata mons. Luigi Renna, arcivescovo di Catania e presidente della Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, «cresce quando ci sono corpi intermedi che fanno bene il loro dovere. Associazioni come quella dei Lavoratori stranieri di Mcl hanno, in questo contesto, una potenza grande, perché riescono a intercettare situazioni che spesso sfuggono alle istituzioni. Ben vengano, quindi, le buone pratiche come quella dell’Osservatorio sul caporalato di Als Mcl, che parte dalla raccolta di dati per poi proporre un modello di intervento, concreto e replicabile. Il fenomeno della migrazione, in questo momento, richiede una lettura non retorica, al cui centro ci siano sempre i lavoratori, quindi le persone, perché dietro ognuno di essi c’è una famiglia».
Essere o fare l’operatore sociale. Per nulla una piccola differenza
«Quanto sia importante sottolineare il valore dell’occuparsi delle persone», sottolinea Marta Alleruzzo, assistente sociale del Consorzio Umana Solidarietà. «lo dico sempre ai bambini, ai ragazzi: “voi avrete la responsabilità di tenere tra le vostre mani la vita di qualcun altro”. Questo soprattutto per trasferire emozioni. Mi piace raccontare di quando, guardando i miei tre bambini, mi sono chiesta quanto sia distante le rispettive visioni della diversità. Ho, quindi, mostrato loro una foto dove c’erano due bambini, uno di colore e l’altro italiano, chiedendo loro cosa vedessero. La risposta? Uno italiano e l’altro inglese. Ecco, in quel momento ho capito che la strada giusta è quella che preserva la reale visione delle cose. Lo applico nella vita di tutti i giorni, ma anche e soprattutto nel mio lavoro, dove io sento di essere e non di fare l’assistente sociale».
Una carta che non offre solo servizi, ma garantisce una strada per l’emancipazione
Necessario passare velocemente e in maniera strutturata dalla teorizzazioni, comunque sempre importanti e necessarie, ad azioni concrete. Ecco, dunque la carta dei servizi presentata proprio in occasione della due giorni siciliana.
«All’interno dei circuiti d’accoglienza e di migrazione», spiega Ulisse Privitelli, presidente Als Mcl Sicilia «abbiamo notato tutta una serie di cose che avremmo potuto fare e che possiamo ancora fare per migliorare la qualità dei nostri servizi. Questo perchè, se vediamo che la maggior parte di coloro che si trovano all’interno dei percorsi di prima o seconda accoglienza sono i più fortunati, dobbiamo continuare a garantire loro un supporto per quanto riguarda l’assistenza legale, l’abitazione e il lavoro. Lo dobbiamo fare per evitare che possano tornare a essere fagocitati dai sistemi di induzione all’accattonaggio, cone anche di sfruttamento lavorativo e sessuale. Succede perchè la maggior parte dei caporali sfruttano i loro connazionali che sono appena usciti dai circuiti di accoglienza e hanno i permessi di soggiorno spedibili e validi. La carta è uno strumento molto concreto che, nel momento in cui i migranti dovessero andare a rinnovare il loro permesso di soggiorno, possa aiutarli ad affrontare tutte quelle difficoltà, superabili se c’è una struttura adeguata di supporto e capace di comprendere il problema.
Azioni concrete che chiedono alla politica di non rimanere sorda
«Quando vediamo delle persone in difficoltà, non possiamo girarci dall’altro lato, ma dobbiamo tendere loro la nostra mano, senza paura di sporcarci le mani», dice Piergiuseppe De Luca, presidente provinciale Mcl Catania. «Dobbiamo, pensare che sono poveri anche i nostri giovani che vanno da questa terra per trovare un posto di lavoro altrove. Dobbiamo guardare alle persone fragili, dobbiamo guardare alle persone anziane. Ricordo un articolo di giornale del Natale 2024, che raccontava di una signora che chiamò la polizia perchè desiderava 10 minuti di compagnia in quanto non aveva nessuno con cui parlare. Purtroppo la nostra politica continua a rimanere sorda. Vedete, un politico pensa a quelle che sono le elezioni, uno statista invece alle nuove generazioni e noi, che abbiamo la lucidità e la sensibilità per capirlo, dobbiamo avanzare delle proposte proprio per le categorie più fragili. Dobbiamo eliminare tutte le barriere che ostacolano i processi di crescita. Più tardi assisteremo alla visione del film di Matteo Garrone, “Io Capitano”. L’ho visto al cinema e mi è piaciuto tantissimo. Un film che ci unisce, ci spinge a compassione, chiedendoci di metterci nei panni dell’altro per farci capire quello che vivono tanti giovani lungo un tragitto, di cui sappiamo ma che purtroppo tanti preferiamo ignorare. Mi piace chiudere con una frase di Don Primo Mazzolari: “È finito il tempo di essere spettatori passivi della storia. È tempo di agire con amore e impegno, poiché molti sono onesti solo perché non hanno mai fatto nulla nella vita».
La vita è fatta di tappe contraddistinte da incontri
«L‘amore, soprattutto quello per il prossimo, chiede non una vampata, non una fiamma, ma costanza per coltivarlo».
Lo dice Emiliano Abramo, presidente della comunità di Sant’Egidio Sicilia, aggiungendo che «il tentativo di un evento del genere è quello di strappare tutti dal peggior tipo di consumismo, ovvero di chi consuma incontri, opportunità e discorsi».

«Prendiamo sul serio le parole dette in questo contesto», prosegue Abramo, «perché siamo persone abituate a prendere sul serio le parole degli altri. Piergiuseppe De Luca parlava dello sporcarsi le mani. Io credo che significhi anche bagnarle, immergerle ancora una volta nelle acque del Mediterraneo, con la voglia di grattare il fondo per estrarre qualsiasi frammento di vita. Il secolo passato è stato raccontato anche attraverso l’Olocausto, cioè la voglia di sostenere che esistono uomini superiori ad altri. E questo, ha avuto delle ripercussioni nel mondo. Parlo chiaramente di quanto accaduto a Gaza, ma permettetemi di ricordare che quello che è successo il 7 ottobre è connesso con tutta la storia. Così come quello che sta succedendo in Sudan, che è peggio di quello che succede a Gaza, nel Mozambico, in 59 Continenti, un mondo impazzito ma connesso. Una delle cose che dico è che la vita è fatta di tappe contraddistinte da incontri, reti sociali che diventano reti sane che funzionano quando creano sentimenti reali sinceri».
Sventurata la terra che ha bisogno di eroi
«Siamo in Sicilia, una terra dove dal 1992 sino al ’93, quando vennero uccidi Giovanni Falcone, Paolo Borsellino o padre Pino Puglisi, ne è passata di acqua sotto i ponti, ma senza ancora una reazione risolutiva. Infatti, continuiamo a utilizzare i nomi di queste vittime solo in occasione delle celebrazioni, rischiando di farle risuonare vuote. Bertolt Brecht, nel Novecento, diceva: “Sventurata la terra che ha bisogno di eroi“. Nel nostro caso», conclude così “Le piazze della democrazia” Emiliano Abramo, «vuol dire che è una terra che non si converte, che non cambia, che non ha la capacità di costruire quello di cui oggi stiamo parlando e cioè inclusione, integrazione, capacità di convivere. Il nuovo è essere portatori di questi valori da difendere con fermezza. Sono figli di un’immigrazione personale, ma figli anche della vita di persone che si sono sgretotale le mani nel profondo del Mediterraneo. Allora, io credo che il senso di queste giornate sia quello di avere l’ambizione di avviare un processo con il quale hiediamo ai nuovi Primo Mazzolari, ai nuovi eroi, di dare testimonianza di coerenza: la coerenza rispetto a un codice valoriale, la coerenza nel dire noi non ci pieghiamo alla corruzione, vogliamo essere pietre miliari di un cammino che non dimentica nessuno all’orizzonte. Questi sono grandi temi, questa è la gente che nasce da incontri come quello vissuto, con l’ascolto sincero, fatto con il cuore, mettendo insieme tante realtà per servire un processo che secondo me è inarrestabile».
Le immagini sono state fornite dall’ufficio stampa di Als Mcl
Fonte: https://www.vita.it/vita-a-sud/i-migranti-bisogna-cambiare-la-narrazione
